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Arte e cultura
 

Milan Unit

Un’opera aperta di Ramak Fazel, un progetto in itinere. Per un anno, sarà esposto l‘intero archivio che l’artista Ramak Fazel (Tehran, 1965) ha costruito ed assemblato lungo un arco temporale che va dal 1994, anno in cui si è trasferito a Milano, sino al 2009 quando ha fatto ritorno negli Stati Uniti.

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Viasaterna
Via Giacomo Leopardi 32
Milano
Telefono: 02.36725378
http://www.viasaterna.com
 
Data: dal 20-09-2017 al 14-09-2018
 
Informazioni Aggiuntive:
Attraverso una mostra ed una serie di incontri e approfondimenti che si svolgeranno nel corso di tutto l’anno fino a settembre 2018, e con la volontà di offrire un nuovo spazio – fisico, temporale, ma anche e soprattutto di discussione – Viasaterna si propone come il luogo in cui far rivivere uno straordinario corpus di stampe, negativi, originali e personal ephemera che Ramak Fazel ha collezionato e con dedizione scelto di conservare per oltre vent’anni, sotto il nome di Milan Unit.
Un archivio, appunto, che non è solo la somma dei suoi contenuti ma che è “also about more”, e si presenta piuttosto come una raccolta multiforme di materiali in cui l’esperienza professionale dell’artista hanno finito per mescolarsi a tutta una serie di documenti, oggetti e collezioni appartenenti alla sua vita privata, dando vita ad un racconto che è sì unitario e personale, ma anche al tempo stesso estremamente espanso, frammentato, capace di includere approcci e toni estremamente diversi tra loro.
Milan Unit rappresenta un tentativo di rispondere alla crisi di senso, offrendosi quale “survival strategy” rispetto al progressivo avvento del digitale ed alla conseguente smaterializzazione dei corpi, a favore del virtuale.
Presenza fisica all’interno dello spazio, l’opera di Fazel si offre quindi allo spettatore esattamente per quello che è: materia viva e pulsante, testimonianza reale e tangibile di un passato che, per quanto vicino, risulta al tempo stesso ormai lontanissimo; immagine anticipatrice di un mondo in cui il solido si è trasformato in liquido, il peso in gigabyte, lo spazio in cloud. Sfuggente di fronte a qualsiasi tipo di definizione e fedele a sé stesso senza mai restare identico, Milan Unit si presenta come una sorta di grande romanzo corale, un chaosmos di rimandi e analogie in cui diversi livelli di senso coesistono, ed in cui anche l’errore e il non-a-fuoco, hanno finito per trovare il proprio posto grazie all’elaborazione di un metodo creato apposta per accoglierli.
Niente in Milan Unit sembra essere stato affidato al caso. Al tempo sì, ma non al caso. Esistono un ordine e una regola, sistematicamente applicati. Uno schema di etichette, colori e parole chiave che da una parte funzionano come cardini per una strategia di orientamento, categorie pre-individuali messe a disposizione di chi guarda ed è chiamato a farsi parte attiva del progetto, e dall’altra sembrano ricostruire gli stessi processi di pensiero che hanno guidato l’attività di catalogazione e conservazione di Fazel.
Da qui Milan Unit come opera aperta e da-aprire, con la volontà di riattivare un rapporto tra soggetto e oggetto che sia partecipato ed anche partecipativo, con la consapevolezza che “di fronte a un’immagine, infine, dobbiamo riconoscere con umiltà che essa probabilmente ci sopravvivrà, che siamo noi l’elemento fragile, passeggero, e che è l’immagine l’elemento futuro, l’elemento della durata. L’immagine ha spesso più memoria e più avvenire di colui che la guarda”.
 
Parole Chiave:
Arte e cultura, arte moderna e contemporanea
 
Appuntamento segnalato dalla redazione di "Appuntamenti metropolitani" il 31-08-2017 alle 19:27:53
 
 
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